Il colore amaranto è presente in molti simboli e loghi in molti ambiti:
UNIVERSITA': In alternativa al bianco è il colore delle facoltà universitario di lettere, filosofia, teologia, magistero e simili. A Bologna è il colore della facoltà di lingue.
A come Artemide (L'amaranto veniva usato per ornare tempio di Artemide) B come Buddleya (Varietà di pianta che presenta fiori color amaranto) C come Cibo (La pianta di amaranto è commestibile) D come Degas (Autore del quadro "Ballerine in rosa". Step 18) E come Esopo (Autore di "La rosa e l'amaranto") F come Fiore (l'amaranto è un fiore) G come Graham & Green (Marca di arredamento. Step 16) H comeHuitzilopochtli (Dio della guerra per cui gli aztechi costruivano idoli in amaranto) I come Immortale (L'amaranto è simbolo di immortalità) L come Litchi (Frutto di colore amaranto. Step 12) M come Marina (Molti simboli della marina sono di colore amaranto. Step 10) N come Nightwish (autori della canzone "Amaranth". Step 05) O come Olimpo (l'amaranto cresceva sul monte Olimpo) P come Passerella (la passerella Nelson Street Cicleway è di colore amaranto. Step 22) Q come Quilete (nome con cui l'amaranto è conosciuto in sud America) R come Reggiana (il simbolo della Reggiana Calcio è di colore amaranto. Step 10) S come Shining (La giacca del barista nel film "Shining" è di colore amaranto. Step 07) T come Tic Tac (La pubblicità delle tic tac all'arancia è color amaranto. Step 10) U come Università di Bologna (Il logo dell'Università di Bolgna è color amaranto. Step 10) V come Viola Amaranto (E' una delle varietà del colore amaranto) Z come Zucchero (Autore della canzone "E' delicato". Step 05)
Come già detto nei post precedenti il fiore d'amaranto è sempre stato fonte di dicerie e superstizione. In Grecia era simbolo di immortalità, dei sentimenti profondi e spesso usata per onorare gli dei. I romani la credevano capace di tenere lontano l'invidia e la sventura, di favorire la guarigione e il mal d'amore. Gli aztechi usavano l'amaranto per invocare la pioggia e per costruire idoli sacri. Le dicerie sull'amaranto si sono diffuse anche nel nord Europa; in particolare in Svezia si dice che: chi tira una pianta di amaranto dalle radici di venerdì, durante la una piena, e avvolgendola in un panno, la indossa contro il petto, sarà protetto.
Il colore è la sensazione che dà all'occhio la luce riflessa dai corpi; qualità dei corpi per cui essi riflettono in vario modo la luce. La luce viene recepita dai coni ottici, trasformata in segnali bioelettrici, inviati al cervello che li elabora in immagini e colori. Il colore, quindi è unica in ogni osservatore umano.
L'amaranto si presenta come un colore "borderline", cioè che non rientra pienamente in una delle principali categorie di colori; si trova infatti sul confine tra il rosso e il rosa. Nel Dizionario Universale delle Arti e delle Scienze diEfraimo Chambers l'amaranto viene definito come "dalla mistura del turchino e scarlatto sono formati l'amaranto, il paonazzo e viola; dalla medesima mistura di turchino e rosso cremisi sono formati il porpora, viola mammola e l'amaranto" e poi "Lo stesso turchino con rosso mezzo in grana, fa l'amaranto, il tanè, e rosa secca. Il turchino e mezzo rosso cremisi compongono l'amaranto, il tanè e rosa secca, il viola mammola seuro, ecc.".
Il colore amaranto deriva dalle caratteristiche infiorescenze dall'omonima pianta. L'amaranto è presente nella maggior parte del mondo e spesso fa parte della cultura di queste regioni. In Grecia l'amaranto è simbolo di immortalità, infatti il termine "amarantos" significa "che non appassisce". Questa caratteristica fu studiata da molti, come dallo scrittore greco Esopo (ca 620 a.C.- ca 560 a.C.) nel breve componimento intitolato "La Rosa e l’Amaranto", dove lo contrappose alla fugacità della rosa, e dallo scrittore naturalista romano Plinio il Vecchio (23 d.C. -79 d.C.) nel trattato botanico "Naturalis Historia" dove spiegò di avere osservato che l’amaranto davvero aveva la peculiarità di non morire mai. I greci utilizzarono questi fiori sacri nei riti funebri, per ornare le tombe e le immagini negli dei e fu sacra al Tempio di Artemide, ad Efeso, in Turchia. L'amaranto rappresentava anche i sentimenti profondi come quelli di amicizia e stima; ma veniva usata anche per cercare protezione e benvolere. Nella mitologia greca, Amaranto, re dell’isola di Eubea e famoso cacciatore, fu trasformato in fiore dalla dea della caccia Artemide dopo essere annegato a causa di un’onda gigantesca scatenata dal dio Poseidone, offeso dal suo sminuire di valore il mare. I Romani la ritenevano capace di tenere lontana l'invidia e la sfortuna, di aiutare la guarigione (ponendo i fiori di amaranto sul capo come un cerchietto) e di eliminare le emozioni negative come il mal d’amore. Nei secoli XVII-XIX, si credeva che l’amaranto, portato addosso sulle vesti, inducesse benessere al corpo. In America l'amaranto (chiamato anche quilete), coltivato nel sud-est del Messico tra il 5200 a.C. e il 3400 a.C., fu uno dei prodotti alimentari di base delle popolazioni pre-colombiane. Dagli Aztechi i semi di amaranto venivano usati dai sacerdoti per invocare la pioggia, per costruire idoli di pasta (che rappresentavano per lo più il dio della guerra Huitzilopochtli, gli dei del raccolto, della fertilità o dell’acqua) e da consumarsi come in una cerimonia di comunione. Durante la colonizzazione spagnola (1519 d.C.), tutti i rituali religiosi indigeni e la coltivazione dell'amaranto, furono vietati dai missionari cattolici europei. In Europa la pianta non è molto diffusa ma viene spesso usata negli alimenti celiaci.
L'amaranto è una sfumatura di rosa-rosso, poco più chiaro del bordeaux, caratteristico del fiore della pianta di amaranto dalla quale prende il nome. Il nome amaranto deriva da greco a (non) e marainean (deperire), un fiore che si credeva crescere sul monte Olimpo e che non moriva. Oltre alla versione più comune esistono altre varietà di fiori di amaranto e, di conseguenza, molte sfumature di amaranto, come il rosa amaranto o il viola amaranto. In Italia l'amaranto è il colore tipico di Reggio Calabria (e della sua squadra di calcio) e, alternativamente al bianco, delle facoltà universitarie di lettere, filosofia, teologia, magistero e simili. È, inoltre, il colore associato a uno dei corpi della Marina Militare Italiana e del tipico basco indossato dalla brigata paracadutisti "Folgore".